Con il patrocinio dell'Unione Europea e della Confindustria Sardegna, nel 1994 quattro produttori di liquore di mirto hanno costituito la "Associazione Produttori Liquore Mirto di Sardegna Tradizionale". Lo scopo dell'Associazione è quello di tutelare e valorizzare il Mirto di Sardegna, sia come materia prima che come metodo di lavorazione, nonché di tutelare i consumatori, fruitori finali del prodotto. Per fare ciò l'Associazione si è avvalsa della collaborazione di due prestigiosi enti scientifici quali l'Università di Sassari e l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige. Nel corso del 1994 si è così dato inizio a un lavoro di ricerca lungo e complesso - anche a causa dell'assenza di studi in materia - che si è sviluppato in diverse fasi e che ha richiesto l'applicazione di metodologie di indagine estremamente sofisticate. Al fine di ottenere un insieme di parametri in grado di descrivere le principali caratteristiche di ciò che il mercato del liquore di mirto proponeva ai consumatori, sono stati acquistati in diversi punti vendita svariati prodotti esistenti in commercio. Su questi campioni di mirto rosso si è proceduto, oltre che alla determinazione dei principali parametri merceologici caratterizzanti i liquori analizzati secondo le metodiche ufficiali, anche all'individuazione degli aminoacidi, dei composti fenolici e dei composti volatili e fissi.I prodotti commerciali considerati, dichiarati in etichetta a base di frutto di mirto, sono stati poi confrontati con un estratto idroalcolico di bacche preparato in laboratorio. Contemporaneamente sono iniziati i controlli presso le Aziende Associate, dando il via al "Programma Qualità" atto a eseguire verifiche costanti sulla qualità del prodotto e sulla lavorazione in azienda. Durante le visite sono stati raccolti vari campioni di bacche utilizzate per la produzione al fine di verificare le caratteristiche e le possibili differenze derivanti dai diversi luoghi di raccolta. In seguito si è provveduto anche a confrontarli con esemplari di bacche provenienti da zone al di fuori della Sardegna, con l'obiettivo di determinare alcuni parametri discriminanti.Sempre in questa fase, a cadenze programmate in funzione del ciclo tecnologico, sono stati analizzati campioni di prodotto in infusione, prelevati presso le Aziende Associate nei diversi stati del ciclo produttivo. La fase di analisi è terminata con un'ultima verifica del prodotto al momento dell'imbottigliamento.Si è così dato inizio alla fase finale della ricerca con la redazione, da parte dei due Enti, di un rigoroso "Disciplinare di Produzione" atto a garantire la qualità, la genuinità e l'originalità del liquore di mirto prodotto secondo i principi fondamentali posti a base dell'Associazione. Questi stabiliscono innanzitutto le caratteristiche della materia prima utilizzata, cioè le bacche, le quali devono essere fresche al momento dell'infusione, raccolte solo nel periodo che va dal mese di novembre a quello di metà febbraio, ed essere di esclusiva provenienza sarda. Prevede inoltre che nel ciclo tecnologico di produzione del liquore non debba essere utilizzato nessun tipo di additivo, conservante o colorante. Al fine di assicurare al consumatore il rispetto di questi principi, devono essere verificati i parametri di quegli elementi che permettono di valutare il carattere tradizionale del prodotto e le sue principali caratteristiche fisiche, chimiche ed organolettiche, stabilendo i requisiti minimi da soddisfare e le procedure di controllo. I produttori associati e quelli intenzionati ad associarsi, infatti, devono sottoporsi alle verifiche periodiche in azienda nonché superare i controlli casuali eseguiti sui loro prodotti acquistati al consumo.